Una via per affrontare il disagio esistenziale
Ancora non ce ne rendiamo conto, ma basta osservarci, come se noi fossimo contemporaneamente soggetto osservante e l’oggetto osservato, per capire che la nostra anima è scissa: pensiero-parola-azione non sono coerenti perché non sono collegati. C’è ancora di più. Siamo, senza averne consapevolezza, separati dalla fonte della vita: Dio (ognuno, di solito, ha l’immagine o rappresentazione di Lui, nei modi in cui è stato educato o nei modi in cui ne ha fatto esperienza…). Siamo veramente alienati. Quanti sono gli ego con cui ci identifichiamo e a cui siamo attaccati? Rabbia, risentimento, delusione, paura, scontentezza, fastidio sono tutte reazioni che dimostrano quanto il nostro cuore non sia pacificato.
Oggi è l’inizio della riconciliazione
perché senza questo incominciamento ci sentiremo sempre le vittime di un destino ingrato e amaro.
A chi chiederemo conto degli abbracci e baci mancati, delle carezze non ricevute, degli sguardi che non hanno visto le nostre lacrime, delle domande inascoltate, delle aspettative disattese, delle offese subite, dei silenzi gelidi, delle nostre paure? Chi ci restituirà la nostra infanzia interrotta? Chi risponderà alle domande del nostro cuore inquieto? Chi ci darà consolazione? Chi fascerà le nostre ferite? Chi ci ha convinto che saremmo stati felici e che non avremmo avuto né delusioni, né dolori, né malattie? Allora, contro chi vogliamo puntare il dito? Chi vogliamo accusare?
Svegliamoci: non ci sono colpevoli, non ci sono vittime, non ci sono carnefici.
È questo il mistero della vita fin quando non ci renderemo conto che la nostra alienazione/insoddisfazione è ontologica e scaturisce dalla mancata relazione con l’Eterno Essere da cui siamo separati fin dalla nascita.
Oggi, dunque, è l’inizio della riconciliazione! (Come dice lo Spirito Santo: Se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori. Eb.3,7)
Iniziamo a perdonare. A perdonare noi stessi per la rabbia accumulata e repressa, per i sensi di colpa dilanianti, per i giudizi che abbiamo avuto verso tutti gli altri (madri, padri, fratelli, sorelle, amici…) colpevoli, secondo noi, di averci fatto soffrire.
Sì, possiamo e dobbiamo riconciliarci con il nostro passato e con le parti scisse di noi per iniziare a ricevere una nuova vita e a vivere nella gioia. Solo così possiamo essere riconciliati, sentirci per-donati e quindi essere pronti per-donarci.
Partecipare al laboratorio “Leggere la Bibbia” può aiutarti a comprendere il tuo disagio esistenziale e cercarne la risposta.
Interessante
È un pensiero che tocca la parte più profonda dell’essere e ci fa percorrere a ritroso la ns. vita fino alle origini. Spesso siamo superficiali e se le cose vanno male la colpa è sempre degli altri. Tutto quello che abbiamo non ci basta mai, forse pensiamo che possedere più cose possa coprire il ns. malessere interiore. Ma non è così. Dobbiamo saper perdonare noi stessi, (e non sempre è facile) gli errori e le mancanze del passato, ma anche tener presente i propri limiti e saper dare un senso “vero” alla ns. vita. Solo così sapremo capire un po di più l’altro ed essere più tolleranti. Solo questa consapevolezza ci aiuta a mettere in dubbio il ns. operare. Questo può avvenire se c’è in noi la volontà di cambiare attraverso il confronto sincero con l’altro, la lettura, la partecipazione a convegni, a seminari, ecc. Solo in questo modo riusciamo a trovare quell’equilibrio e quella pace interiore che ci dà la gioia di vivere in armonia.