“Dimmi quello che mangi e ti dirò chi sei”
Come mai tutti i media, in qualsiasi momento della giornata, ci presentano trasmissioni e pubblicità sul cibo? I manager dei media hanno scoperto che i consumatori hanno bisogno di cibo e quindi l’offerta, nell’era del consumismo deve essere abbondante e diversificata?
Effettivamente siamo abituati a pensare che solo il cibo che assumiamo attraverso la bocca sia l’unico nutrimento, perché sappiamo che senza cibo sicuramente non riusciremo a sopravvivere.
Proviamo a pensare come anche gli altri sensi ci procurino nutrimento! Vista, udito, odorato, tatto ci permettono di vedere, ascoltare, annusare, toccare ciò che è fuori di noi. In altre parole che cosa vediamo, ascoltiamo, odoriamo, tocchiamo cioè di quale tipo di realtà ci nutriamo?
È evidente che così come il cibo che mangiamo ha gli effetti sulla salute del corpo, così anche quello che assimiliamo con gli altri sensi avrà effetti sulla formazione della nostra personalità e sulla salute della nostra mente.
Gesù infatti afferma: “non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Egli aveva sottolineato l’importanza della parola per la vita dell’uomo. Spesso, però ascoltiamo parole che alimentano pregiudizi, risentimenti, rancori, rabbia, impotenza, frustrazione.
Come distinguere la parola sana, salutare da quella tossica?
Forse sarebbe necessario chiedersi se ciò di cui ci nutriamo sia benefico o malefico.
Se quello che ascoltiamo, leggiamo, vediamo alimenta la nostra sofferenza, paura, rabbia, amarezza, allora, certamente questo tipo di cibo è tossico, velenoso e quindi mortifero. Se invece, quello che scegliamo di far entrare in noi suscita la compassione, l’empatia, la gentilezza, la gioia, la fiducia, allora questo tipo di cibo è certamente salutare cioè benefico per noi e per gli altri.
Lo stesso avviene per le emozioni. Quando permettiamo alla rabbia, al rancore, al risentimento, all’odio di rimanere nel nostro cuore, non ci rendiamo conto che ci nutriamo di emozioni tossiche. Esse, con il passar del tempo si radicano in noi fino a produrre i vari tipi di malattie.
Avevano ragione gli antichi quando affermavano “mens sana in corpore sano”. Quando la nostra mente non fa altro che ruminare su un passato che non accettiamo perché troppo doloroso, non facciamo altro che alimentare la nostra mente con pensieri tossici con conseguenze disastrose sulla nostra salute.
È chiaro che dobbiamo sviluppare il discernimento per comprendere di quale cibo dobbiamo nutrirci e quindi è necessario praticare l’esercizio della consapevolezza, perché senza di essa non possiamo raggiungere il ben-essere.
Iscriviti al laboratorio “Conosci te stesso” per intraprendere un vero percorso di consapevolezza di sé.