Perché c’è il desiderio di festeggiare il Natale?

Perché c’è il desiderio di festeggiare il Natale?

Quanto è diventato normale parlare del Natale come festa dei bambini in cui un vecchio, vestito di rosso con barba bianca, porta i regali! Quanto è diventato normale preparare alberi di Natale ricchi di addobbi e andare in giro nei centri commerciali illuminati alla ricerca di “oggetti” da scambiarsi gli uni con gli altri!

Vogliamo anche parlare delle tavole imbandite, delle cene di Natale con conoscenti e degli interminabili cenoni e pranzi con la famiglia, anche se non si ha voglia?

Ma soprattutto quando è nocivo abituarsi a parlare del Natale come sentimento, come rito già saputo fino al punto che la fede non interessa, nemmeno ai tanti che frequentano la Chiesa e che si conformano alle nuove mode e ai nuovi riti.

Ma nonostante assistiamo e ci conformiamo a tale cambiamento di costumi, perché abbiamo ogni anno il desiderio di festeggiare il Natale?

Desiderio del divino che ci abita

Se osserviamo la nostra quotidiana esperienza, ci rendiamo conto che siamo mossi da un desiderio, che deve essere soddisfatto. Ma ci si rende anche conto che ad ogni desiderio soddisfatto se ne aggiunge uno nuovo. Basta poi un imprevisto per mettere tutto in discussione.

Ci portiamo addosso un desiderio indefinibile. Per questo niente sembra capace di soddisfarlo. Qualunque cosa facciamo o abbiamo, il cuore resta inquieto: è come se ci mancasse qualcosa, non sappiamo riempire il vuoto che avvertiamo dentro.

Per restare a galla, cerchiamo di dimenticare noi stessi: facciamo uso di “calmanti” per ridurre al minimo il disagio di una mancata realizzazione: il divertimento, il lavoro, i buoni sentimenti, il volontariato, la stessa famiglia.

La cosa migliore è prendere atto di questa sottile inquietudine, non cedere alla distrazione, non soffocare la voce del cuore che desidera un mondo dove regni la giustizia, la pace, il bene, in altre parole il Regno di Dio.

Il Natale fa riferimento alla nascita del “figlio di Dio” sulla terra in un tempo storico. Ha dunque il senso di ricordare e risvegliare nell’anima nostra ciò che le è proprio ed essenziale: il divino che è nel suo fondo più intimo e che ogni uomo può realizzare quando lo comprende e sperimenta.  Per questo, c’è ancora, dopo millenni di storia, il desiderio di festeggiare il Natale.

Infatti, lo scambio reciproco dei regali e la condivisione del cibo attorno ad un tavolo simboleggiano inconsciamente la voce del cuore che desidera amore, bene e pace per tutti.

Auguro a tutti di riconoscere questa scintilla interiore e diventare ognuno promotore di pace, bene e giustizia.

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