La ricerca della felicità è lo scopo della vita?

La ricerca della felicità è lo scopo della vita?

“Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità.

 A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’anima. (Epicuro)

“Impariamo con l’istinto, e non solo con il cervello, che una vita gioiosa non

 consiste nel cercare la felicità, bensì nel vivere e semplicemente

 nell’essere le circostanze della nostra esistenza così come sono.” (Charlotte Joko Beck)

Qual è l’obiettivo della nostra fatica quotidiana? 

Non è forse la possibilità di garantire la felicità a noi stessi e alle persone che amiamo? Immersi in una esistenza frenetica, nel vortice della nostra vita quotidiana, spesso dimentichiamo i motivi di tanto affannarci. Perché non facciamo le scelte che potrebbero farci felici e invece dedichiamo la maggior parte della nostra vita a cercare i vari surrogati? Dalla filosofia antica a quella moderna, il desiderio di comprendere cosa ci rende davvero felici e come possiamo ottenere quella felicità interessa tutte le persone, anche se spesso non si ha la piena consapevolezza.

Come riconoscere la felicità?

La felicità quasi sempre è connessa a un oggetto: una cosa, una persona, una speranza, un’idea, una fede. La felicità non è un fatto puramente individuale, perché, spesso, a meno che non sia una scelta libera, la solitudine può essere causa d’infelicità. Freud diceva che non si ride e non si piange mai da soli. Ci sono felicità che non ci sarebbero se non ci fossero degli altri.Infine, la ricerca ossessiva della felicità è tra le cause maggiori d’infelicità. Infatti si è felici, quando, cercando qualcos’altro o non cercando affatto, ci accorgiamo di essere felici.

Quali sono le risposte comuni a tutte le manifestazioni della felicità? 

Molte sono le risposte che ogni persona può dare al termine felicità, in quanto il vissuto personale e le concezioni apprese influenzano la propria visione del mondo. Ne riporto solo alcune, molto semplici e che non sono per niente esaustive. È un particolare stato di piacere che dà soddisfazione dopo certe attività o situazioni. È un senso di attesa, di preparazione, di desiderio, di speranza. È qualcosa di eccezionale, inaspettato. È la capacità di ragionare e scegliere quello che è ritenuto il comportamento migliore (azione giusta=bene) La felicità dipende spesso dalle circostanze esterne, a volte favorevoli, a volte avverse. La felicità è una condizione permanente che riguarda la quotidianità. La felicità è una vita piena e realizzata che ha senso.

Perché la ricerca della felicità può essere la causa dell’infelicità? 

Oggi, nell’era del consumismo, siamo continuamente bombardati da una vera e propria “industria della felicità” che offre un ampio catalogo di proposte per raggiungere la felicità, nel più breve tempo possibile. Di fronte a questa offerta crescente di: teorie, scuole, tecniche, metodi, è facile passare da un corso all’altro alla disperata ricerca della felicità. Sembra che essa sia diventata una vera e propria ossessione, un obbligo, quasi una condanna.

È possibile constatare che gran parte del mercato della felicità si basi sulla concezione che esista una felicità raggiungibile da ogni persona, attraverso una serie di insegnamenti offerti, a pagamento, dal maestro o guru di turno.

Essere felici è un’arte che spopola nel marketing delle facili promesse: corsi online e tutorial assicurano benessere, manuali, romanzi ed esperti provano a insegnare. Ma con ricette molto diverse.

Il mercato della felicità promette il superamento di tutti i problemi e quindi la felicità personale al raggiungimento di determinati traguardi. Questi, spesso, hanno a che fare con “modi per stare più comodi” nella storia, che ci hanno raccontato e in cui abbiamo creduto, su noi stessi, sugli altri e sulla realtà in cui siamo immersi senza averne consapevolezza.

Come è possibile credere che possiamo conquistare la felicità in poche mosse, quando, nonostante gli anni vissuti, non siamo riusciti a trovare quella felicità a cui aspiravamo e che, nonostante le delusioni, ancora cerchiamo?

Si può imparare l’arte di essere felici? 

Forse la pratica filosofica può insegnarci a distinguere quali sono le concezioni che abbiamo sulla felicità, se le condividiamo veramente, se esse ci appagano realmente o se è il caso d’intraprendere un processo di conoscenza dei nostri desideri più profondi.

Nel corso della storia della filosofia si sono sviluppate varie accezioni di felicità: come realizzazione di sé, come piacere, come bene, come serenità d’animo e anche la tesi dell’infelicità, come destino dell’uomo, in quanto la sua essenza ontologica, lo conduce a una perenne insoddisfazione.

Un ulteriore problema, è il rapporto tra felicità individuale e felicità collettiva, tra dimensione individuale e dimensione sociale della felicità. Esiste un rapporto tra questi due aspetti? La felicità del singolo dipende anche dalla società in cui vive, o è unicamente un fatto privato?

Queste ed altre domande, ci aiuteranno, nei laboratori di pratiche filosofiche, ad approfondire la conoscenza di noi stessi.

 

 

 

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