Prendo spunto dalla poesia di Mariella, insegnante di Yoga e assidua partecipante ai miei corsi di filosofia, per riflettere sul respiro e su quello che rappresenta.
“Come l’anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l’aria circondano il mondo intero”
In questo frammento, Anassimene, uno dei primi filosofi greci, individua l’Arché, cioè il principio da cui tutto deriva, nell’aria, come principio della vita: bisogna tenere in considerazione che il termine greco che indica la vita in origine significava proprio “soffio vitale” (pneuma), in seguito si utilizzò il termine psyche.
Egli infatti per dimostrare ciò si serve dell’esempio della respirazione. L’universo viene concepito come un gigantesco organismo vivente che respira l’aria in cui è immerso, e il respiro stesso è la sua vita e la sua anima. Da ciò possiamo affermare che la vita è ciò che esiste tra il primo e l’ultimo respiro.
Anche i testi sacri come la Bibbia, raccontano che Dio creò Adamo dalla terra e solo quando soffiò su di lui il suo Spirito divenne una creatura vivente. In ebraico la parola ruah significa soffio e per pronunciarla occorre tirare fuori il respiro, quasi ad indicare che dal respiro nasce la parola come la vita. La parola ebraica per respiro è neshima, mentre la parola per anima è neshana. La connessione è evidente.
Ci accorgiamo del respiro quando ci manca
Il periodo storico che stiamo vivendo e cioè la pandemia del Coronavirus ci porta a evidenziare alcuni elementi:
- il Coronavirus è un virus diverso e imprevedibile rispetto a quelli della stessa famiglia;
- questo virus si trasmette attraverso l’aria;
- sta colpendo l’apparato respiratorio causando polmonite;
- si sta diffondendo maggiormente nelle zone molto inquinate.
Tutti questi elementi ci portano a riconsiderare la stretta connessione tra il sistema mondo e la nostra esistenza e se finora abbiamo pensato di essere separati non solo dall’universo, ma anche dagli altri, forse questo evento catastrofico deve portarci a cambiare i nostri pensieri e quindi la nostra visione della realtà.
Potremmo dire che in ciascun essere vivente c’è il Tutto, così come in ogni atto o pensiero c’è l’essere che lo produce e quindi come più volte ho detto: ognuno di noi, nonostante le apparenze, rappresenta solo quello che è o crede di essere. Quindi anche la respirazione e il modo in cui respiriamo ci parla di noi. Avere consapevolezza di come respiriamo è un passo importante per la conoscenza di noi stessi. Per esempio, cosa facciamo con l’aria: la tratteniamo? La spingiamo fuori? L’accettiamo naturalmente? Quando siamo alterati, ansiosi, paurosi, stanchi, rilassati, gioiosi com’è la nostra respirazione?
Poiché la respirazione avviene nel centro del petto è in relazione con il cuore, l’organo che regola le relazioni umane. Per questo, possiamo dire che respirare è un atto sociale che rappresenta il nostro modo di vivere: nell’inspirazione riceviamo il mondo (fuori) dentro di noi; nell’espirazione doniamo noi al mondo.
Anche le pause tra i due tempi del respiro rappresentano la relazione che abbiamo con noi stessi.
La respirazione, da un punto di vista biologico, è lo stesso processo della comunicazione, quindi un processo unitario e circolare di dare e ricevere da cui nasce, si alimenta e si forma la nostra vita che è relazione con noi stessi, con il mondo, con Tutto l’Universo (DIO).
A tal proposito, la lettura di una poesia di John Donne (1572 – 1631), poeta e religioso inglese, in questi tempi di “arresti domiciliari”, forse ci può consolare.
Ecco la poesia di Mariella
Quando si fa sera…lo yoga nel respiro
O RESPIRO TU SAI TUTTO DI ME
SEI COSI INTIMO VICINO AL MIO CUORE
TU SEI ILMI O MAESTRO SPIRITUALE
VIENI COL SILENZIO E NEL SILENZIO MI PARLI
RESPIRO TU PORTI LA VITA E NE SEI L”ESPRESSIONE PIU SACRA
NELLA VITA SEI LA TRACCIA DELLA NOSTRA VERITA
CI ACCOMPAGNI NEL SUL CAMMINO DEL NOSTRO DESTINO
ASCOLTANDO IL RESPIRO SIAMO VICINI A DIO