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Ho la triste sensazione che i nostri parlamenti abbiano approvato leggi e trattati internazionali che hanno consentito che il capitale si sia imposto sul lavoro. C’è stato inoltre, negli ultimi anni, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, anziché la piena occupazione. Inoltre, osservo che l’economia reale è stata sostituita dalla finanza speculativa. La competizione, con l’obiettivo del successo individuale, ha preso il posto della collaborazione e solidarietà. Insomma pare che l’ideologia neoliberista sia stata accettata, senza alcuna opposizione, anche dai partiti di sinistra, come l’unica religione possibile.
La prova di ciò è data dalla disuguaglianza e povertà sempre crescenti, che soprattutto adesso, in piena catastrofe pandemica, si stanno manifestando in tutta la loro drammaticità e urgenza.
“La gioventù assurda”
Il libro di Paul Goodman “La gioventù assurda” del 1964 può essere considerato profetico perché può illuminarci sulla situazione dei nostri giovani e dei moltissimi disoccupati.
Goodman afferma che la società americana dell’opulenza, invece di basarsi sull’uguaglianza si è trasformata rapidamente in una società in cui le divisioni di classe sono sempre più marcate. Egli cerca di opporre alla visione del mondo neoliberista e capitalista la propria critica. Inoltre cerca di mostrare il carattere di assurdità di alcune forme della società organizzata che spingono l’individuo verso la contraddizione e la follia:
“la nostra società opulenta manca oggi di molte delle possibilità oggettive più elementari e delle mete degne che renderebbero possibile crescere. Manca di un numero sufficiente di lavori da uomo, di discorsi pubblici onesti, e la gente non viene presa sul serio.. […] produce stoltezza. […] offusca la coscienza. Non ha onore. Non ha Comunità. [..] Ma in generale la nostra società economica non mira all’educazione dei suoi giovani o al raggiungimento di fini importanti a cui i giovani possono indirizzare il loro lavoro. […] Nessuno si chiede se un lavoro sia utile o dignitoso (entro i limiti dell’onestà commerciale). Un uomo cerca un impiego che sia pagato bene, o abbastanza bene, che abbia prestigio e buoni, o almeno tollerabili, condizioni di lavoro. […] Ma il problema è proprio quello di che cosa significhi diventare adulti con la coscienza che durante i propri anni produttivi s’impiegheranno otto ore al giorno in un lavoro che non vale nulla. [..] il cumulo delle rivoluzioni mancate o compromesse dei tempi moderni, con le ambiguità e gli squilibri sociali conseguenti, ricade inevitabilmente soprattutto sulla gioventù, rendendole difficile crescere.”
Oggi quali sono le condizioni del lavoro?
Oggi ci troviamo di fronte a una disperata richiesta di lavoro che per molti significa ancora mera sopravvivenza. Eppure viviamo in una società in cui i redditi delle grandi multinazionali aumentano anno dopo anno e il mercato del lusso non accenna a crisi. L’esercito di disoccupati, con l’aumento degli immigrati s’ingrossa sempre di più e assume le caratteristiche di un’ enorme riserva di affamati disposti a tutto pur di sopravvivere. La lotta di classe non accenna a diminuire e si evolve sempre di più nella direzione di una lotta di tutti contro tutti.
È possibile attribuire alla nuova generazione di disoccupati e di emarginati tutte le responsabilità della loro condizione attuale? O bisogna cercare, da parte della classe politica e dirigente, di ricostruire i processi e le loro responsabilità che hanno condotto all’attuale situazione di fatto?
Che fare allora?
Se non si interviene con politiche immediate e di grande impatto economico sulla vita degli ultimi, dei poveri, c’è il rischio non solo di varie forme di anarchia e di violenza, ma anche di sfruttamento e schiavitù.
Che cosa possono fare coloro che hanno un reddito assicurato? (benestanti, lavoratori stabili, pensionati e altri)?
Occorre un’insurrezione, come affermano Mauro Scardovelli, Marco Guzzi, Paolo Maddalena e altri illuminati, e come praticamente, nel loro piccolo, fanno tanti invisibili. Un’insurrezione verso un nuovo modo di pensare, una nuova cultura che persegua e sviluppi l’etica umanitaria al posto di quella capitalistica, gerarchica e mercantile. In sostanza, bisogna trovare dei luoghi dove occuparsi di cittadinanza attiva e consapevole imparando a dialogare in modo conviviale e rispettoso. Ma prima dobbiamo imparare i principi e il metodo della Comunicazione non violenta.
Dove possiamo imparare a dialogare in modo conviviale e rispettoso?
Semplice, dobbiamo frequentare i laboratori di pratiche filosofiche.
La domanda, ha ancora senso festeggiare la festa del 1° maggio? Direi di no! Per limiti di spazio, invito a legger il libro di Domenico Masi inerente al tema, dal titolo “Lavorare gratis, lavorare tutti”. Alla fine, fa una proposta per uscire da questa situazione. La tecnologia informatica che sottrae lavoro, potrebbe aiutare le sue vittime. Occorre creare una piattaforma informatica a cui affidare le proprie forze flessibili di lavoro. (esperienza come Uber) Convogliare 6 milioni di persone che desiderano lavorare (dati del 2017 in Italia) e formare un movimento capace di rivoluzionare il mercato del lavoro. Mettere a contatto domanda e offerta a milioni di professionisti in breve tempo.