Come possiamo aiutarti


Come possiamo aiutarti?

  • Provi una certa inquietudine, una sensazione di disagio, di oppressione, di insoddisfazione che non riesci a definire?
  • Stai affrontando una malattia, una difficoltà economica, una perdita di una persona cara?
  • Hai difficoltà nelle relazioni in famiglia, nel lavoro, nell’amicizie?
  • Ti senti spesso solo/a, incompreso/a, inadatto/a, sfiduciato/a?
  • Ti trovi in un periodo della vita di confusione in cui come dice il sommo poeta “ mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita”?

Comunque, qualsiasi sia il problema, il dato di fatto è che se stai chiedendo aiuto è perché per qualche ragione e in qualche modo, stai soffrendo e non sai cosa fare. Allora? Come possiamo aiutare te che stai soffrendo?

Precisiamo subito che l’aiuto offerto non è di tipo psico-terapeutico, ma è un lavoro che tende a far emergere in ognuno la propria concezione filosofica in relazione al problema individuato.

È un lavoro che viene svolto in gruppo, poiché con gli altri e insieme agli altri ci si confronta e attraverso il dialogo filosofico acquisiamo maggiore consapevolezza e conoscenza di noi stessi, questo può portare a liberarci delle vecchie concezioni che forse sono anche la causa del nostro problema.

Insomma quello che offriamo non è la soluzione al problema, ma è la possibilità di un punto di vista diverso che, forse, se abbiamo fortuna, ci porta a riflettere sul problema, su di noi e sulla vita da una visuale più ampia che ci permette di aprirci e vedere con altri occhi.

Dobbiamo necessariamente precisare che spesso chi chiede aiuto cerca comunque un cambiamento di una situazione che causa una certa sofferenza e di solito questo cambiamento lo si vuole ottenere con una certa urgenza.

Possiamo già anticipare che questo desiderio rimarrà insoddisfatto. Così come è impossibile far vedere e capire a qualcuno ciò che lui non vuole vedere e capire, nello stesso modo è illusorio pretendere di cambiare qualcosa o qualcuno dal di fuori.

Solo riconoscendo l’inutilità e l’impossibilità del desiderio di cambiare gli altri e la realtà, possiamo affrontare l’unico cambiamento che è possibile tentare: il proprio.

Quello che proponiamo è la possibilità di iniziare un processo di cambiamento che non sia solo apparente, ciò che proponiamo è un percorso di “trasformazione” basato soprattutto su un serio processo di riflessione e di autoconoscenza che ci porti ad una presa di coscienza della nostra responsabilità individuale in tutti gli ambiti della nostra vita.

Per ottenere questo cambiamento dobbiamo passare dall’essere dormienti all’essere svegli come diceva Eraclito. Solo questo tipo di lavoro ci può portare al risveglio, del quale si parla in ogni mito e in ogni tradizione e sapienza spirituali.

È evidente che questo tipo di cambiamento è molto lungo e faticoso, ma secondo noi è l’unico che può durare più a lungo perché si tratta della casa della propria vita e quindi ognuno deve decidere se vuole costruirla sulla roccia o sulla sabbia.

Vogliamo raccontare una storia sul bambù giapponese. Una volta seminato il seme, esso viene curato per lungo tempo, poi, dopo sette anni, cresce in pochi giorni diventando un albero molto alto.

Nel corso dei primi sette anni di apparente inattività, il bambù stava producendo profonde radici che gli avrebbero permesso in seguito di sostenere la crescita dell’albero. L’idea di “aiuto” è presente in diversi ambiti della nostra vita.

Spesso, però, nell’idea di aiuto pensiamo che ci sia qualcuno che ha bisogno di essere aiutato e un altro che dovrebbe soddisfare tale bisogno. Ma non sempre l’aiuto offerto è quello veramente efficace fino a quando non capiamo che il vero aiuto che aiuta è la consapevolezza che, a parte le differenze fisiche, culturali, sociali, tutti gli altri sono uguali a noi, con gli stessi dolori, desideri, miserie e abbiamo bisogno gli uni degli altri per evolverci.

Quindi, solo quando capiamo che nel processo di Aiuto – Tu/Io- stabiliamo una relazione, un vincolo nel quale aiutante e aiutato formano un’unità inseparabile, solo allora cominciamo a fidarci gli uni degli altri e a sentirci né superiori, né inferiori, né soli, ma più empatici, più compassionevoli e forse cominceremo ad essere più gioiosi e più vitali.

Dobbiamo diventare consapevoli che solo nella relazione con l’altro possiamo riconoscere chi siamo sul piano esistenziale e come possiamo veramente realizzarci come esseri umani concreti ed esprimere il nostro Essere.

Abbiamo volontariamente deciso di limitare la relazione duale (Tu-Io) per gli effetti collaterali che essa può produrre perché riteniamo che i processi di trasformazione interiore siano più efficaci se vengono percorsi insieme ad altri “viandanti”.

La proposta dei laboratori di gruppo(coll.) è la più indicata per poter far nascere quelle qualità dell’essere a cui aspiriamo che sono: l’accoglienza, l’ascolto, l’accompagnamento, l’empatia, la fiducia, la solidarietà, il rispetto.